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Fornace Productions compie un anno e raddoppia spazi e staff

A un anno dalla sua nascita, i soci fondatori della casa di produzione veronese raccontano la loro formula vincente e i progetti per il futuro

Un anno fa Matteo Chiarini e Lorenzo Frapporti, dell’agenzia digitale veronese Fornace, fondavano la casa di produzione Fornace Productions. In pochissimo tempo l’azienda si è consolidata ed è cresciuta al punto da richiedere l’assunzione di due nuovi collaboratori e l’acquisto dell’immobile adiacente, in Via Roma a San Pietro in Cariano.

La casa di produzione sorge in pieno lockdown e subito si specializza nel settore food, realizzando centinaia di videoricette e scatti still life e table top per clienti di spessore nazionale e internazionale. A distinguere i lavori firmati Fornace Productions è la qualità e la cura, che sono immediatamente evidenti a chi li mette a confronto con il materiale dei competitors anche più esperti e affermati del settore.

Mantenere il livello più alto di produzione con costanza nel tempo è il punto di forza, e fa la differenza nel contesto dei social, dove la velocità del flusso di pubblicazioni è tale da costringere molti a chiudere un occhio sulla qualità. Ma non si tratta solo di social: Fornace Productions ha realizzato contenuti su una vasta gamma di format e piattaforme, tra cui anche spot TV, reportage e una miniserie per TEST, la criptovaluta sviluppata da Fornace. La squadra è in costante aggiornamento e c’è un’altissima specializzazione, che vanta una serie di certificazioni come quelle su editing, color correction e sulla videografia aerea, con un occhio di riguardo sulla produzione FPV, l’apice dell’evoluzione del settore.

Qual è la formula vincente per raggiungere questi risultati? “Un team unito e dinamico”, risponde Frapporti, che si occupa della parte creativa, della direzione del flusso di lavoro e all’occorrenza di fotografia ed editing. Il socio fondatore ci tiene comunque a specificare che ogni membro del team è capace di seguire un progetto intero in completa autonomia. La squadra è infatti “scomponibile”, e spesso e volentieri è Matteo Chiarini a supportare in autonomia progetti esterni, affiancando produzioni cinematografiche nella realizzazione di film e documentari. L’esperienza di Chiarini è il fondamento di Fornace Productions, di cui è direttore della fotografia. I due nuovi innesti nella squadra sono Manola Udali, che segue principalmente il contatto con i clienti, la scenografia e la fotografia, e Marco Zelloth, macchinista, editor e videomaker.

Il contatto con il cliente non è secondario, perché Fornace Productions instaura un dialogo costante con il committente per consegnare un prodotto di cui questo può essere convinto al 100%. Il materiale viene inoltre sviluppato già a partire dalla strategia di marketing: tutti i membri dello staff sono formati nel videomarketing e ogni progetto viene approcciato da una prospettiva olistica che tiene in considerazione tutti i fattori del contesto di mercato, a partire da un’analisi di target, tone of voice, canali e formati. È possibile sia integrare i contenuti all’interno di una strategia completa sia sviluppare un percorso apposito.

La casa di produzione nasce ed eccelle nel settore food, tanto che per far fronte alle richieste dei clienti ha sviluppato un sistema per mantenere la catena del freddo in modo da riuscire a lavorare con i tempi giusti con i prodotti richiesti. L’azienda ha anche allestito uno spazio e una metodologia per lo sviluppo di foto per database e gallery di e-commerce.

Affermarsi in quanto foodstylist è stato un percorso che ha portato a maturare esperienza, skills e una struttura che oggi Fornace Productions può applicare anche al di fuori del settore. Se infatti il primo obiettivo resta, come spiega Chiarini, “diventare un punto di riferimento nell’ambito del videomarketing del settore food”, Fornace Productions è giovane, sta crescendo a ritmi vertiginosi e sta espandendo la sua zona di operato.

“La nostra passione per lo storytelling ci sta portando a realizzare sempre di più video corporate emozionali, ma anche contenuti audiovisivi slegati dal marketing” commenta Chiarini, e Frapporti aggiunge “i migliori spot sono sempre quelli che trasmettono dei valori: crediamo in quello che facciamo, siamo innamorati del mezzo audiovisivo e vogliamo sfruttarlo al massimo. Per questo abbiamo realizzato anche campagne per associazioni no profit e stiamo mettendo in piedi un progetto con l’obiettivo di dedicare parte del nostro tempo e potenziale a valorizzare le realtà del nostro territorio, la Valpolicella”.

La casa di produzione conta già un’ampia rete di collaboratori, tra creativi, tecnici e professionisti, con i quali sta lavorando su diversi nuovi progetti di cui molto probabilmente sentiremo parlare presto!

La notizia è stata ripresa da:

MediaKey
VeronaBiz

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Come la blockchain sta cambiando il mondo delle assicurazioni

Come può un blocco di codice togliere dal fuoco le castagne delle compagnie assicurative e dare una spinta innovativa alla produzione del settore?

Ostacoli e prospettive attuali

La gestione dei processi assicurativi è complessa e dispendiosa, in termini di risorse economiche ed umane. Questa caratteristica del servizio tende negli anni ad erodere la redditività delle compagnie e a frenare l’innovazione produttiva del settore. 

L’analisi attuariale è uno dei pilastri su cui si fonda questo business: si tratta del processo per valutare la probabilità del rischio di un investimento e i modi per ridurre l’impatto finanziario di tale rischio, e comporta l’elaborazione di una grande mole di dati, spesso frammentati su diverse piattaforme e di difficile riconciliazione. Un altro fondamento del settore è l’accertamento dei sinistri e la relativa liquidazione, che avvengono attraverso processi in gran parte manuali e spesso senza standard condivisi. Infine, le procedure e i contratti delle polizze risultano spesso poco trasparenti per i clienti, favorendo l’aumento delle contestazioni

Il settore assicurativo vorrebbe spingere sulle micro polizze, ovvero quei prodotti assicurativi con premi di basso importo e durate limitate, ma si vede rallentato da queste complessità, che secondo l’Università di Cambridge potrebbe essere in gran parte risolta appoggiandosi alla blockchain

L’autorevole ricerca evidenzia che la tecnologia blockchain presenta delle caratteristiche essenziali: 

Trasparenza: la catena di dati è consultabile per intero dalle parti. 

Sicurezza: i dati sono crittografati e resi immutabili. 

Decentralizzazione: i dati sono condivisi e così anche la manutenzione e la verifica della rete, che non dipende da un’autorità centrale. 

L’automatizzazione dei contratti e casi reali

Gli smart contract non hanno valore legale, ma possono essere utilizzati per eseguire automaticamente contratti e accordi ufficiali. 

I dati “off-chain” vengono integrati da fonti esterne, chiamate “oracoli”, che possono essere concordate tra le parti: si può trattare ad esempio di una piattaforma meteorologica affidabile, in una polizza che stabilisce che se il firmatario durante la sua vacanza trascorre tre giorni sotto la pioggia, riceverà automaticamente il premio. 

Un altro caso sempre relativo alle assicurazioni di viaggio può essere quello in cui l’oracolo è la piattaforma di una compagnia aerea, che al verificarsi di un ritardo comunica allo smart contract di eseguire il rimborso; spostandoci dal turismo e passando alla finanza possiamo trovare come oracolo il portale online della Borsa, che registra variazioni finanziarie collegate a una polizza e il meccanismo va ad elargire il premio. 

Rischi e sfide

È probabile che i rischi maggiori per una compagnia che si approccia alla blockchain siano più legati al proprio modello di business che alla tecnologia stessa. Si tratta tuttavia di investimenti che potrebbero premiare sul lungo periodo. È utile ricordare che la blockchain esiste da tanti anni, e la sua “rinascita” si può interpretare attraverso la chiave di lettura della “Legge di Amira”, che stabilisce che “all’introduzione di nuove tecnologie si tende simultaneamente a sovrastimarne l’impatto a breve termine e a sottostimarne l’impatto a lungo termine”.

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Il secondo decollo del Web3 in Italia

Investimenti statali e iniziative private per restare al passo con l’innovazione

Nel 2021 a livello mondiale le iniziative sulla blockchain sono aumentate del 39% rispetto al 2020, mentre in Italia gli investimenti nel settore restano costanti: complessivamente hanno avuto un giro di affari di 28 milioni di euro, a fronte dei 23 milioni del 2020 e dei 30 milioni del 2019. 

Per dare una spinta ora il Ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti ha firmato a inizio dicembre il decreto attuativo del Fondo per lo sviluppo delle tecnologie e delle applicazioni di intelligenza artificiale, blockchain e internet of things, istituito presso il Mise con una dotazione iniziale di 45 milioni di euro.

La capacità d’innovazione è la premessa per rafforzare e far diventare competitivo il sistema produttivo del nostro Paese di fronte alle sfide della transizione digitale. Il Mise sostiene la nascita e la crescita di imprese innovative favorendo lo sviluppo e il trasferimento tecnologico dal mondo della ricerca alle imprese, anche attraverso la sperimentazione, l’utilizzo e la diffusione di soluzione innovative come l’intelligenza artificiale e la blockchain” ha dichiarato Giorgetti. 

I 45 milioni di euro del Fondo, messi a disposizione dal Mise per sostenere con finanziamenti agevolati la realizzazione dei progetti innovativi, potranno essere ulteriormente incrementati attraverso contributi volontari di enti, associazioni, imprese e singoli cittadini. Inoltre potranno essere combinati con fondi e risorse nazionali o comunitarie in modo da favorire l’integrazione con i finanziamenti di ricerca europei e nazionali.

In particolare, è previsto che una quota di finanziamenti sia riservata alle attività situate in Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Calabria, Puglia, Sicilia e Sardegna, ma se entro sei mesi dall’apertura dei termini per la presentazione delle domande i progetti legati a queste regioni non saranno stati avviati anche queste risorse potranno essere utilizzate per le richieste arrivate da tutto il territorio nazionale.


Si attende quindi il successivo provvedimento ministeriale che renderà note le modalità e i termini di presentazione delle domande per richiedere i finanziamenti agevolati, che potranno essere presentate da soggetti pubblici o privati, anche in forma congiunta tra loro.

La blockchain ha la capacità di creare l’infrastruttura che abilita nuove soluzioni di business indipendenti, e se “a livello internazionale i progetti sviluppati in questo ambito sono ancora pochi (solo 71, il 10% del totale), la crescita del 382% in un anno lascia intuire grandi prospettive”, come scrive l’Osservatorio Blockchain e Distributed Ledger della School of Management del Politecnico di Milano.

La versatilità che la costituisce permette ormai da diversi anni alla tecnologia blockchain di essere uno strumento a supporto delle aziende di una vastissima gamma di settori, dal noleggio delle automobili al settore immobiliare.

La trasparenza degli smart contract e della decentralizzazione si presta particolarmente per i protocolli di crowdfunding di Kickstarter, che ha deciso di affidarsi a Celo, una piattaforma open-source e carbon-negative. Secondo Kickstarter, la tecnologia blockchain “è un mezzo potente per creare e allineare reti decentralizzate di persone su una scala immaginabile solo per i governi e le mega-corporazioni. Questo è possibile perché è facile premiare la partecipazione, è componibile, è questo permette di sbloccare nuove idee e strumenti, e garantisce una partecipazione efficiente nella governance”. 

L’ultimo gigante ad affacciarsi è Google Cloud, che sta reclutando legioni di esperti di blockchain per espandere la propria offerta. Siamo agli inizi del Web 3, incentrato (pun intended) sulla decentralizzazione. E nessuno vuole buttare via l’occasione di essere pioniere di nuove terre fertili, come quel James Howells, che buttò un hard disk con la chiave di accesso al suo wallet, contenente l’equivalente in bitcoin di 350 milioni di dollari

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I brand alla conquista del Metaverso

Si prevede che il giro d’affari intorno al Metaverso raggiungerà i 400 miliardi per il 2025. È il momento di investire?

Uno dei punti salienti della conferenza organizzata da Meta a fine anno, Connect 2021, è che il Metaverso non arriverà improvvisamente, ma gradualmente nei prossimi dieci anni.

Secondo Justin Hochberg, CEO e fondatore del Virtual Brand Group, questa dimensione arriverà a permeare ogni aspetto del business, come accade con internet oggi.

Forbes immagina questo scenario nei prossimi quattro anni: “hai un appuntamento su Planet Theta, una piattaforma di dating virtuale in fase di lancio. […] Vuoi fare colpo, quindi vesti il tuo avatar firmato Armani e indossi degli occhiali da sole Ray Ban, ovvero NFT acquistati con Ether (ETH). Dopo aver trascorso un po’ di tempo passeggiando in una foresta incantata, porti l’altra persona a guardare l’ultimo film Disney, proiettato sul muro di un castello magico.”

Tutti gli elementi perché questa storia avvenga sono già presenti: la nuova frontiera degli NFT sono gli asset immobiliari. Mentre c’è chi usa i visori per vedere come starebbero i mobili in casa, gli occhi sono attualmente puntati su Snoop Dogg, che ha acquistato una villa su Sandbox creando una bolla per gli utenti che vogliono diventare suoi “vicini di casa”. Un utente è arrivato a pagare mezzo milione di dollari.

Se gli NFT costituiscono già un giro di affari immenso e sempre più consolidato, la partecipazione agli eventi virtuali sta muovendo i suoi primi passi.

Nel 2020 Travis Scott ha attratto 12 milioni di giocatori su Fortnite, in un concerto in cui l’artista appariva grande come un grattacielo e in cui gli utenti potevano seguirlo sott’acqua e attraverso lo spazio, mentre cantava le sue più grandi hit e guadagnava circa 20 milioni di dollari.

Si tratta di esperienze che possono avere luogo soltanto in questa dimensione senza i vincoli della realtà tangibile. Come avverte Patrizio Miceli, italiano presidente dell’agenzia parigina Al Dente, è un errore per i brand riprodurre semplicemente qualcosa che esiste già fisicamente: “non voglio un centro commerciale nel Metaverso: voglio scoprire il DNA di un brand in una maniera più creativa e giocosa”.

Il Metaverso rappresenta quindi nuove opportunità di engagement e di storytelling, ma non solo: i set per immergersi in questo spazio, i visori VR, hanno la capacità di tracciare 18 tipi di movimenti a un rate di 90 volte per secondo. Di conseguenza, passare 20 minuti con il visore comporta la registrazione di 2 milioni di segnali. Secondo l’Università di Stanford, “gli psicologi non hanno mai, nei decenni di studio del comportamento non verbale, avuto a disposizione set di dati di questa magnitudine.”

Charles Hambro, CEO e co-fondatore di Geeiq, dice che il momento per entrare in questa dimensione è ora: “il gaming è ormai parte della cultura mainstream. È importante essere davvero presenti nel settore e avere dei team interni con le skill necessarie, pronti per questo spazio. Nessuno vuole arrivare e apparire come se stesse saltando sul carro all’ultimo momento.”

Quindi, come muovere i primi passi?

Secondo Meta, il ponte per il Metaverso sono le app 2D. Il consiglio dell’azienda è quello di partire dalle fondamenta, utilizzando le skill che si hanno già per implementarle in questo nuovo spazio, esplorando tutte le possibilità legate al commercio.

Di cruciale importanza è il monitoraggio del proprio target: se il tuo brand si concentra su un audience molto giovane, probabilmente non puoi concederti il lusso di restare a guardare ancora a lungo. Quanto tempo trascorrono i tuoi clienti nel Metaverso e quanto ne trascorreranno nell’immediato futuro? Questi sono indicatori chiavi per pianificare la tua entrata in questa nuova dimensione.

Valuta quali sono le tue opportunità: il Metaverso può offrire nuovi orizzonti ma anche potenziare asset attuali. Ad esempio, come suggerisce Harvard Business Review, un impegno pubblico sulla sostenibilità può diventare tacciabile attraverso la blockchain.

Preparazione: osserva attentamente i dati e i comportamenti degli utenti per pianificare l’entrata del tuo brand nel modo e nel momento giusti. Nel frattempo, puoi scatenare la creatività del tuo team per pensare a nuovi modi di creare engagement e fare storytelling.

Soprattutto, resta aperto a imparare: come dice Cathy Hackl, fondatrice del Futures Intelligence Group, “siamo tutti pionieri; non ci sono esperti, davvero. Stiamo costruendo insieme questo spazio e io imparo qualcosa ogni giorno.”

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Vanity Fair ci ha chiesto come realizzare la videoricetta perfetta

Dalla scelta del giusto formato all’importanza dell’impiattamento corretto, abbiamo dato 9 consigli per spiegare una ricetta attraverso un video

Fornace Productions, che realizza videoricette con regolarità per clienti come Pam Panorama e AIA, ha spiegato al magazine Vanity Fair i trucchi del mestiere. Ecco l’articolo uscito sul numero di novembre:

Il cibo è sempre più popolare sui social network e a confermarlo sono 56 miliardi di visualizzazioni registrate dai contenuti pubblicati su TikTok con l’hashtag #cooking e oltre 51 milioni di contenuti presenti su Instagram con lo stesso tag. Tuttavia, molto spesso dietro ai video più gettonati e che ottengono fiumi di like sui social network ci sono dietro diverse ore di lavoro e vere squadre di professionisti.

È Fornace Productions, casa di produzione integrata che nel settore food ha lavorato con catene della grande distribuzione e diversi brand italiani, a fornirci alcune indicazioni per creare delle video ricette in modo corretto: «Tra gli errori più comuni commessi da chi vuole realizzare un video dedicato a una ricetta vediamo sottovalutare l’importanza dei dettagli e calcolare in modo errato il tempo necessario per comporre ogni scena: infatti, si cucina ma si gira anche e le due attività devono essere complementari. La cucina si deve adattare ai tempi della ripresa. Quindi occorre calcolare bene i tempi delle cotture. La cosa più importante è la programmazione di tutte le attività. All’interno di un team ognuno ha ruolo, dallo studio del background culinario del piatto alla preparazione delle props, mentre per chi lavora da solo è necessario più tempo e senza dubbio una preparazione più precisa garantisce il risultato».

Il video perfetto

Dal punto di vista tecnico, invece, è necessario prendere in considerazione alcuni aspetti importanti che vanno dalla scelta della fotocamera più adatta a seconda della finalità, che potrà essere un costoso modello professionale oppure un comune smartphone, alla corretta configurazione del set e in particolare delle luci: «È bene filmare in una risoluzione superiore al Full HD, poiché ci permette di correggere o modificare l’inquadratura senza compromettere la risoluzione del video: generalmente noi filmiamo nel formato ProRes utilizzando una videocamera Blackmagic. 

Un video perfetto, inoltre, necessita di una buona illuminazione pertanto la scelta delle luci e del loro posizionamento è di cruciale importanza: un tempo erano molto costose ma ora il mercato si è ampliato con soluzioni più accessibili» spiegano gli esperti e continuano «Per esempio, un contenuto destinato ad essere pubblicato sui social network può essere tranquillamente registrato utilizzando uno smartphone anche se, per ottenere risultati soddisfacenti, è assolutamente necessario che la scena sia illuminata correttamente secondo i principi della fotografia».

«Un video – continuano – non è composto esclusivamente dalla strumentazione utilizzata ma soprattutto dall’unione della tecnica e creatività di chi lo realizza». Pertanto, sebbene l’utilizzo di strumenti professionali sia sicuramente d’aiuto per ottenere un prodotto finale di qualità, ci vuole qualche infarinatura tecnica oltre che una buona dose di caratterizzazione, che rende il video unico. Ecco 9 consigli da tenere presenti:

Le luci

Componente fondamentale da considerare sul set sono le luci. Quelle più economiche potrebbero dar luogo ad alcuni difetti non semplici da rimuovere in post produzione, per questo motivo la luce deve essere di qualità. Il parametro che indica la qualità della luce è il CRI e si ritrova su tutte le luci dedicate alle videoproiezioni: un valore accettabile è di almeno 96. Inoltre, si dovrebbe giocare con altre fonti di luce oltre a quella principale: anche una retroilluminazione, ad esempio, può portare non pochi benefici!

Annota i passaggi

Segna tutti gli step previsti dalla ricetta: in questo modo potrai sapere in anticipo quali dettagli si potranno aggiungere, ai movimenti da creare e alle lenti da utilizzare. Se non siamo sicuri di riuscire a prevedere perfettamente i materiali finali, possiamo filmare alcuni dettagli degli ingredienti, della cottura o della cucina. Con questo trucco, oltre a rendere più vario il prodotto finale, avremo più possibilità – in fase di montaggio – di sfruttare le varie alternative dello stesso passaggio.

Il formato

Dove sarà pubblicata la video ricetta? In base alla destinazione, ovviamente, dovremo scegliere il formato più adatto tra orizzontale, verticale o quadrato. Tra Facebook, Instagram, Tik Tok o YouTube è necessario non solo conoscere quelli che sono i formati accettati e più adatti a seconda della piattaforma utilizzata ma probabilmente dovremo comporre l’inquadratura affinché risulti gradevole il più possibile.

Gli ingredienti

Una buona riuscita del video è senza dubbio dettata dalla qualità degli ingredienti: se va utilizzato per effettuare delle riprese, il loro aspetto estetico non dovrà essere assolutamente sottovalutato.

L’impiattamento

Un suggerimento utile è quello di disegnare su carta il piatto finale, infatti, risulterebbe complicato fare diversi test a ricetta conclusa! Nei video pubblicitari spesso il cibo viene «alterato» ricorrendo ad alcuni trucchi: ad esempio, aggiungendo la schiuma da barba alla panna! Tuttavia, il consiglio è sempre quello di utilizzare cibo vero, pertanto, potremo utilizzare diversi strumenti come carta alimentare o stuzzicadenti per dare la giusta forma e assicurarci che gli ingredienti siano perfettamente in posa per l’ultima ripresa.

Il suono

Non è necessario che ogni scena abbia un suo suono. Oltre alle banche dati online, possiamo registrare qualche suono in anticipo sul set così da poterlo riutilizzare successivamente. Se non è possibile avvalersi di un compositore, è importante attribuire la giusta musica, preferibilmente con movimenti emozionanti da posizionare nei momenti clou.

Campionamento colore e risoluzione

Un consiglio fondamentale è quello di registrare in Full HD o superiore: in questo modo potremo correggere l’inquadratura senza compromettere la risoluzione del video. Riguardo il campionamento colore, sebbene sia un’indicazione prettamente tecnica: 4.4.4 è ottimo ma anche 4.2.2 offre buoni risultati.

I dettagli dello chef

I movimenti dello chef sono fondamentali e vanno catturati! Devono essere puliti e chiari, sia per rendere il tutto più professionale sia per fare in modo che tutti i passaggi siano ben comprensibili da chi guarda il tutorial.

Le decorazioni

Infine, è importante lavorare utilizzando un piano pulito e arricchito con piantine e oggetti decorativi anziché cucchiai, coltelli o ciotole, come magari faremmo a casa: aiuteranno a rendere l’intero contesto più accattivante.

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Foodmakers e i nostri consigli per realizzare una videoricetta

Ecco l’articolo uscito su Foodmakers riguardo ai nostri consigli per realizzare la videoricetta perfetta:

6 CONSIGLI PER CREARE UNA VIDEO RICETTA PERFETTA: TIPS AND TRICKS DAI PROFESSIONISTI DEL SETTORE

6 consigli per creare una video ricetta perfetta: tips and tricks dai professionisti del settore

I 6 consigli per creare una video ricetta perfetta: tips and tricks dai professionisti del settore food

Dal posizionamento delle luci alla scelta degli ingredienti, Fornace Productions ha stilato un vademecum per chi vuole affacciarsi al settore food trasformandolo nel proprio lavoro

La passione per la cucina, che si è fortificata negli italiani nell’ultimo anno, è sempre più social: basti pensare che sono quasi 56 miliardi le visualizzazioni su Tik Tok per l’hashtag #cooking, così come circa 51 milioni i contenuti postati con lo stesso tag su Instagram. Ma cosa differenzia uno chef di professione da una video ricetta amatoriale? Luci, qualità degli ingredienti, sound editing: ecco alcuni consigli di Fornace Productions (https://fornacestudio.com/), casa di produzione integrata che nel food ha lavorato con catene della grande distribuzione e diversi tra i più noti brand italiani, per trasformare un semplice hobby sui social nel proprio lavoro.

  1. Le luci: le luci sono una componente fondamentale da considerare nel proprio setting, e su cui puntare molto del proprio budget. Le luci più economiche hanno diversi difetti che è molto difficile togliere in post produzione e che finiscono col rovinare il risultato finale. Per questo, la luce principale deve essere di buona qualità: il parametro tecnico che indica la qualità della luce è il CRI e si trova indicato su tutte le luci dedicate alle videoproduzioni (un CRI accettabile per buoni risultati è di almeno 96). Occorre infine giocare con altre fonti di luce oltre alla principale, in modo da lavorare su bounce e ombre e creare il giusto mood per ogni ricetta. Infine, un buon backlight sottolinea il profilo dei protagonisti della ripresa, donando definizione e un look emozionale a ingredienti, dettagli e all’impiattamento finale.
  2. Ogni ricetta è una storia: non sottovalutare l’importanza di annotare tutti i passaggi della ricetta che si andrà a ricreare. Questo permetterà di pensare in anticipo a quali dettagli si potranno aggiungere, al movimento che si vuole creare, alla disposizione degli elementi nella cucina, a quali attrezzi da cucina si useranno, a quali lenti ed eventuali altre attrezzature utilizzare. Se non si è sicuri di riuscire a prevedere perfettamente i materiali finali, è possibile filmare dei dettagli degli ingredienti, della cottura o della cucina come b-roll (contenuti addizionali). Questo è un trucco utilizzato da produzioni meno strutturate: oltre a rendere più variato il montaggio finale, sarà utile nel momento in cui ci si potrebbe trovare a realizzare dei taglia-cuci tra riprese alternative dello stesso passaggio.
  3. Conoscere il formato che userete: dove sarà pubblicata la video ricetta? Sarà un contenuto da pubblicare su un blog o sito, oppure verrà caricata su Youtube o su altre piattaforme social, come Instagram, Facebook o Tik Tok? Questa è una domanda chiave, perché permetterà di capire in anticipo il formato: orizzontale, quadrato o verticale. In questo senso, il set-design e la fotografia devono considerare in anticipo il formato finale che il video avrà.
  4. Gli ingredienti: una buona spesa è spesso il punto più delicato per la riuscita di un’ottima video ricetta. Non bisogna infatti risparmiare sugli ingredienti e non sottovalutare il loro aspetto estetico al momento dell’acquisto. Inoltre è importante sapere come i vari ingredienti si comporteranno una volta cotti e lavorati, per questo è consigliato fare qualche test prima della registrazione.
  5. L’impiattamento: uno degli aspetti che distingue la ricetta casereccia da quella dal look professionale è l’impiattamento finale. Un buon consiglio è quello di disegnare su carta in anticipo il piatto finale, perché spesso è complesso fare diverse prove a ricetta conclusa. Inoltre, nei video pubblicitari il cibo viene spesso alterato con vari escamotage, ad esempio aggiungendo schiuma da barba alla panna, così da rendere il risultato finale esteticamente perfetto. Il consiglio è invece quello di lavorare sempre con cibo vero. Per fare ciò, quindi, si possono utilizzare diversi trucchi, come ad esempio stuzzicadenti e carta alimentare, per dare la giusta forma e fare in modo che tutti gli ingredienti principali siano in posa per l’ultima take, quella più importante e con cui si farà anche la foto di copertina.
  6. I suoni: i suoni reali della cucina sono spesso difficili da gestire. Inoltre, non serve che ogni cosa vista in video abbia un suo suono: occorre scegliere quali aggiungere in base al mood della ricetta e ai passaggi che si vogliono sottolineare. Per ovviare a queste problematiche, oltre alle banche dati online, è possibile registrare qualche suono in anticipo sul set da poter usare successivamente. Se non è possibile avvalersi di un compositore, è importante montare la giusta musica, preferibilmente con movimenti emozionanti da posizionare nei momenti clou.
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Fool’s Tools: secondo Tecnogazzetta è lo strumento “a prova di stupido”

Di seguito l’approfondimento del tool a cura di Tecnogazzetta:

Fool’s Tools permette di monitorare tutti i token su diverse blockchain contemporaneamente

Fool’s Tools è il tool per la gestione del proprio portafoglio cripto creato da Fornace, digital agency della Valpolicella (Veneto), per permettere a tutti, esperti e non, di avvicinarsi al mondo delle criptovalute.

La piattaforma offre diverse funzionalità che permettono a chi investe in cripto, e in particolare nelle cosiddette “altcoin”, di avere sotto controllo il proprio portafoglio anche su chain differenti (ad oggi Binance Smart Chain e KCC): ad esempio mostra il miglior valore di vendita tra i diversi exchange presenti sulla blockchain di residenza del token e permette lo swap in automatico su quello dove è più conveniente; in più, oltre a mostrare il grafico con l’andamento del prezzo di un token (posseduto o meno), consente di impostare degli alert via mail per segnalare una variazione in valore assoluto o percentuale. Infine, la funzione tradealizer mostra lo storico di tutte le transazioni chiuse da un utente – funzione molto richiesta dalle legislazioni fiscali di vari paesi del mondo – rendendo visibile l’attività anche sui portafogli di terzi di cui si conosca l’indirizzo. Il tutto tramite un’interfaccia intuitiva e mobile friendly.

“Abbiamo costruitoFool’s Tools per avere un MVP (minimum viable product) che dimostrasse a tutti – pubblico e potenziali investitori – che siamo in grado di mettere a terra quello che vogliamo realizzare nei prossimi 12 mesi: uno strumento davvero “dalla parte di chi investe”.

Dai controlli incrociati sui diversi exchange per trovare le migliori tariffe di scambio, alla possibilità di monitorare acquisti e vendite di qualsiasi portafoglio, alla partecipazione diretta della community  Telegram nel segnalare i token fraudolenti: tutte funzionalità che mettiamo a disposizione degli investitori per aiutarli a incrementare il proprio portafoglio, cercando di tutelarli dai rischi che si corrono in questo mondo. Tutto questo l’abbiamo già realizzato. Ora comincia la parte davvero ambiziosa del piano.” – racconta Francesco Frapporti, CEO di Fornace, che aggiunge “Entro 12 mesi quello che avremo sarà un prodotto world-class”.

L’agenzia considera l’esperienza della prima versione di Fool’s Tools un grande successo. Lo strumento è già oggi innovativo e il supporto appassionato della community ne dimostra il potenziale.

Il progetto per la versione completa, che ha una roadmap di 12 mesi, include un completo redesign con un processo che coinvolge la community, la possibilità di acquistare direttamente con carta di credito, strumenti di automazione per l’acquisto e la vendita tra cui la possibilità di seguire gli investimenti di altri wallet, l’integrazione con app native iOS e Android, l’indipendenza dai wallet di terze parti (Metamask, TrustWallet) per chi la desidera, la possibilità di spostare con agilità i propri asset tra le diverse blockchain, e molto altro.

L’insieme delle feature proposte da Fool’s Tools rende accessibile e comprensibile a tutti un mondo così in rapida evoluzione come quello della DeFi, la finanza decentralizzata, anche perché integra una sorta di “termometro social” dei token più chiacchierati, mettendo al riparo i meno esperti da molti dei rischi che si corrono nell’investire senza aver fatto un’adeguata ricerca. Permettendo di votare e commentare i token, è facile capire su cosa si stia orientando il mercato e da quali investimenti stare alla larga. Il passaparola della community aiuta i piccoli investitori a non farsi persuadere da proposte di investimento che, per la stessa natura della DeFi, non sono normate né controllate da alcuna autorità garante.

L’obiettivo dell’agenzia, che da tempo sviluppa prodotti tecnologici nel mondo della blockchain e delle criptovalute, è quello di espandere la propria offerta attualmente incentrata su sviluppo e digital marketing con uno spin-off dedicato proprio al mondo della finanza decentralizzata, in cui Fool’s Tools è una vetrina iniziale e un mezzo per costruire una community fidelizzata.

Crediamo di aver intercettato un’esigenza a cui il mercato DeFi non aveva ancora dato risposta: uno strumento che accompagna l’investitore inesperto ma che offre funzionalità evolute anche a chi investe regolarmente. Per questo il progetto Fool’s Tools è destinato a crescere: siamo in contatto con alcuni potenziali partner finanziari di cui stiamo valutando le proposte, e nel frattempo continuiamo con una campagna di visibilità tutta made in Fornace di cui siamo particolarmente orgogliosi.” – conclude Luca Cisorio, Managing Partner di Fornace.

La campagna marketing che ha lanciato Fool’s Tools: da TEST token alla webseries

L’idea di Fool’s Tools è nata dopo che, nell’ambito di un progetto di ricerca sugli smart contract, l’agenzia ha rilasciato in sordina una propria criptovaluta chiamata TEST, attorno alla quale si è sviluppata spontaneamente una community di investitori che ha deciso di comprarla e contribuire al progetto, nonostante il team di Fornace si sforzasse ironicamente di convincere tutti a non farlo. Questo meccanismo di psicologia inversa ha conquistato migliaia di persone. Il valore di TEST è schizzato da un investimento iniziale di 300$ fino a un ATH (all-time high) di 16 milioni di $ di market cap in circa tre settimane, per poi riassestarsi nel periodo di bear delle crypto ad un valore di circa 1 milione di euro, che l’agenzia considera comunque straordinario dal momento che quanto fatto finora non è che una prova tecnica del progetto finale

Una prima beta di Fool’s Tools è stata offerta quindi alla community dei possessori di TEST token, parallelamente all’inizio di una campagna promozionale basata su una webseries su Youtubeprodotta interamente dal team Production di Fornace, che racconta l’evoluzione del progetto coinvolgendo i membri dell’agenzia in un format ironico e surreale. I video, rilasciati settimanalmente, hanno già raggiunto un totale di oltre 55.000 visualizzazioni.

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I nostri consigli per la videoricetta perfetta raccontati da Horeca News

Di seguito l’articolo uscito su Horeca News che riprende i nostri consigli per realizzare la videoricetta perfetta:

I consigli Fornace Productions per creare una video ricetta perfetta

Dal posizionamento delle luci alla scelta degli ingredienti, Fornace Productions ha stilato un vademecum per chi vuole affacciarsi al settore food trasformandolo nel proprio lavoro

La passione per la cucina, che si è fortificata negli italiani nell’ultimo anno, è sempre più social: basti pensare che sono quasi 56 miliardi le visualizzazioni su Tik Tok per l’hashtag #cooking, così come circa 51 milioni i contenuti postati con lo stesso tag su Instagram. Ma cosa differenzia uno chef di professione da una video ricetta amatoriale? Luci, qualità degli ingredienti, sound editing: ecco alcuni consigli di Fornace Productions, casa di produzione integrata che nel food ha lavorato con catene della grande distribuzione e diversi tra i più noti brand italiani, per trasformare un semplice hobby sui social nel proprio lavoro.

  1. Le luci: le luci sono una componente fondamentale da considerare nel proprio setting, e su cui puntare molto del proprio budget. Le luci più economiche hanno diversi difetti che è molto difficile togliere in post produzione e che finiscono col rovinare il risultato finale. Per questo, la luce principale deve essere di buona qualità: il parametro tecnico che indica la qualità della luce è il CRI e si trova indicato su tutte le luci dedicate alle videoproduzioni (un CRI accettabile per buoni risultati è di almeno 96). Occorre infine giocare con altre fonti di luce oltre alla principale, in modo da lavorare su bounce e ombre e creare il giusto mood per ogni ricetta. Infine, un buon backlight sottolinea il profilo dei protagonisti della ripresa, donando definizione e un look emozionale a ingredienti, dettagli e all’impiattamento finale.
  1. Ogni ricetta è una storia: non sottovalutare l’importanza di annotare tutti i passaggi della ricetta che si andrà a ricreare. Questo permetterà di pensare in anticipo a quali dettagli si potranno aggiungere, al movimento che si vuole creare, alla disposizione degli elementi nella cucina, a quali attrezzi da cucina si useranno, a quali lenti ed eventuali altre attrezzature utilizzare. Se non si è sicuri di riuscire a prevedere perfettamente i materiali finali, è possibile filmare dei dettagli degli ingredienti, della cottura o della cucina come b-roll (contenuti addizionali). Questo è un trucco utilizzato da produzioni meno strutturate: oltre a rendere più variato il montaggio finale, sarà utile nel momento in cui ci si potrebbe trovare a realizzare dei taglia-cuci tra riprese alternative dello stesso passaggio.
  1. Conoscere il formato che userete: dove sarà pubblicata la video ricetta? Sarà un contenuto da pubblicare su un blog o sito, oppure verrà caricata su Youtube o su altre piattaforme social, come Instagram, Facebook o Tik Tok? Questa è una domanda chiave, perché permetterà di capire in anticipo il formato: orizzontale, quadrato o verticale. In questo senso, il set-design e la fotografia devono considerare in anticipo il formato finale che il video avrà.
  1. Gli ingredienti: una buona spesa è spesso il punto più delicato per la riuscita di un’ottima video ricetta. Non bisogna infatti risparmiare sugli ingredienti e non sottovalutare il loro aspetto estetico al momento dell’acquisto. Inoltre è importante sapere come i vari ingredienti si comporteranno una volta cotti e lavorati, per questo è consigliato fare qualche test prima della registrazione.
  1. L’impiattamento: uno degli aspetti che distingue la ricetta casereccia da quella dal look professionale è l’impiattamento finale. Un buon consiglio è quello di disegnare su carta in anticipo il piatto finale, perché spesso è complesso fare diverse prove a ricetta conclusa. Inoltre, nei video pubblicitari il cibo viene spesso alterato con vari escamotage, ad esempio aggiungendo schiuma da barba alla panna, così da rendere il risultato finale esteticamente perfetto. Il consiglio è invece quello di lavorare sempre con cibo vero. Per fare ciò, quindi, si possono utilizzare diversi trucchi, come ad esempio stuzzicadenti e carta alimentare, per dare la giusta forma e fare in modo che tutti gli ingredienti principali siano in posa per l’ultima take, quella più importante e con cui si farà anche la foto di copertina.
  1. I suoni: i suoni reali della cucina sono spesso difficili da gestire. Inoltre, non serve che ogni cosa vista in video abbia un suo suono: occorre scegliere quali aggiungere in base al mood della ricetta e ai passaggi che si vogliono sottolineare. Per ovviare a queste problematiche, oltre alle banche dati online, è possibile registrare qualche suono in anticipo sul set da poter usare successivamente. Se non è possibile avvalersi di un compositore, è importante montare la giusta musica, preferibilmente con movimenti emozionanti da posizionare nei momenti clou.
Fornace Productions
Business unit di Fornace, Fornace Productions si occupa di produzioni fotografiche e video per clienti nazionali e internazionali di varie industry. Per il mondo food, negli spazi di ripresa tra le colline della Valpolicella il team realizza video ricette professionali grazie a due set cucina completamente attrezzati e adattabili esteticamente alle esigenze dei clienti. Fornace Productions ha sviluppato un metodo di lavoro che permette di raggiungere elevata qualità visiva garantendo massima flessibilità e velocità di esecuzione.
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Food Affairs: i nostri consigli per la videoricetta perfetta

Di seguito l’articolo uscito su Food Affairs che riprende i nostri consigli per realizzare la videoricetta perfetta:

Sei consigli per creare una video ricetta perfetta: tips and tricks utili food blogger e food influencer

Dal posizionamento delle luci alla scelta degli ingredienti, Fornace Productions ha stilato un vademecum per chi vuole affacciarsi al settore food trasformandolo nel proprio lavoro

Punti chiave

  • Le luci
  • Un post, una storia
  • Dove pubblicarlo?
  • Ingredienti
  • Impiattamento
  • Suoni

La passione per la cucina, che si è fortificata negli italiani nell’ultimo anno, è sempre più social: basti pensare che sono quasi 56 miliardi le visualizzazioni su Tik Tok per l’hashtag #cooking, così come circa 51 milioni i contenuti postati con lo stesso tag su Instagram. Ma cosa differenzia uno chef di professione da una video ricetta amatoriale? Luci, qualità degli ingredienti, sound editing: ecco alcuni consigli di Fornace Productions (https://fornacestudio.com/), casa di produzione integrata che nel food ha lavorato con catene della grande distribuzione e diversi tra i più noti brand italiani, per trasformare un semplice hobby sui social nel proprio lavoro.

1. Le luci: le luci sono una componente fondamentale da considerare nel proprio setting, e su cui puntare molto del proprio budget. Le luci più economiche hanno diversi difetti che è molto difficile togliere in post produzione e che finiscono col rovinare il risultato finale. Per questo, la luce principale deve essere di buona qualità: il parametro tecnico che indica la qualità della luce è il CRI e si trova indicato su tutte le luci dedicate alle videoproduzioni (un CRI accettabile per buoni risultati è di almeno 96). Occorre infine giocare con altre fonti di luce oltre alla principale, in modo da lavorare su bounce e ombre e creare il giusto mood per ogni ricetta. Infine, un buon backlight sottolinea il profilo dei protagonisti della ripresa, donando definizione e un look emozionale a ingredienti, dettagli e all’impiattamento finale.

2. Ogni ricetta è una storia: non sottovalutare l’importanza di annotare tutti i passaggi della ricetta che si andrà a ricreare. Questo permetterà di pensare in anticipo a quali dettagli si potranno aggiungere, al movimento che si vuole creare, alla disposizione degli elementi nella cucina, a quali attrezzi da cucina si useranno, a quali lenti ed eventuali altre attrezzature utilizzare. Se non si è sicuri di riuscire a prevedere perfettamente i materiali finali, è possibile filmare dei dettagli degli ingredienti, della cottura o della cucina come b-roll (contenuti addizionali). Questo è un trucco utilizzato da produzioni meno strutturate: oltre a rendere più variato il montaggio finale, sarà utile nel momento in cui ci si potrebbe trovare a realizzare dei taglia-cuci tra riprese alternative dello stesso passaggio.

3. Conoscere il formato che userete: dove sarà pubblicata la video ricetta? Sarà un contenuto da pubblicare su un blog o sito, oppure verrà caricata su Youtube o su altre piattaforme social, come Instagram, Facebook o Tik Tok? Questa è una domanda chiave, perché permetterà di capire in anticipo il formato: orizzontale, quadrato o verticale. In questo senso, il set-design e la fotografia devono considerare in anticipo il formato finale che il video avrà.

4. Gli ingredienti: una buona spesa è spesso il punto più delicato per la riuscita di un’ottima video ricetta. Non bisogna infatti risparmiare sugli ingredienti e non sottovalutare il loro aspetto estetico al momento dell’acquisto. Inoltre è importante sapere come i vari ingredienti si comporteranno una volta cotti e lavorati, per questo è consigliato fare qualche test prima della registrazione.

5. L’impiattamento: uno degli aspetti che distingue la ricetta casereccia da quella dal look professionale è l’impiattamento finale. Un buon consiglio è quello di disegnare su carta in anticipo il piatto finale, perché spesso è complesso fare diverse prove a ricetta conclusa. Inoltre, nei video pubblicitari il cibo viene spesso alterato con vari escamotage, ad esempio aggiungendo schiuma da barba alla panna, così da rendere il risultato finale esteticamente perfetto. Il consiglio è invece quello di lavorare sempre con cibo vero. Per fare ciò, quindi, si possono utilizzare diversi trucchi, come ad esempio stuzzicadenti e carta alimentare, per dare la giusta forma e fare in modo che tutti gli ingredienti principali siano in posa per l’ultima take, quella più importante e con cui si farà anche la foto di copertina.

6. I suoni: i suoni reali della cucina sono spesso difficili da gestire. Inoltre, non serve che ogni cosa vista in video abbia un suo suono: occorre scegliere quali aggiungere in base al mood della ricetta e ai passaggi che si vogliono sottolineare. Per ovviare a queste problematiche, oltre alle banche dati online, è possibile registrare qualche suono in anticipo sul set da poter usare successivamente. Se non è possibile avvalersi di un compositore, è importante montare la giusta musica, preferibilmente con movimenti emozionanti da posizionare nei momenti clou.

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Tom’s Hardware parla della nascita di Fool’s Tools

Di seguito l’articolo uscito su Tom’s Hardware sul nostro strumento digitale.

Fool’s Tools è il tool per la gestione del proprio portafoglio cripto, creato da Fornace, digital agency della Valpolicella (Veneto), per permettere a tutti, esperti e non, di avvicinarsi al mondo delle criptovalute.

La piattaforma offre diverse funzionalità che permettono a chi investe in cripto, e in particolare nelle cosiddette “altcoin”, di avere sotto controllo il proprio portafoglio anche su chain differenti (ad oggi Binance Smart Chain e KCC): ad esempio mostra il miglior valore di vendita tra i diversi exchange presenti sulla blockchain di residenza del token e permette lo swap in automatico su quello dove è più conveniente. In più, oltre a mostrare il grafico con l’andamento del prezzo di un token (posseduto o meno), consente di impostare degli alert via mail per segnalare una variazione in valore assoluto o percentuale. Infine, la funzione tradealizer mostra lo storico di tutte le transazioni chiuse da un utente – funzione molto richiesta dalle legislazioni fiscali di vari paesi del mondo – rendendo visibile l’attività anche sui portafogli di terzi di cui si conosca l’indirizzo. Il tutto tramite un’interfaccia intuitiva e mobile friendly.

“Abbiamo costruito Fool’s Tools per avere un MVP (minimum viable product) che dimostrasse a tutti – pubblico e potenziali investitori – che siamo in grado di mettere a terra quello che vogliamo realizzare nei prossimi 12 mesi: uno strumento davvero “dalla parte di chi investe”.

Dai controlli incrociati sui diversi exchange per trovare le migliori tariffe di scambio, alla possibilità di monitorare acquisti e vendite di qualsiasi portafoglio, alla partecipazione diretta della community Telegram nel segnalare i token fraudolenti: tutte funzionalità che mettiamo a disposizione degli investitori per aiutarli a incrementare il proprio portafoglio, cercando di tutelarli dai rischi che si corrono in questo mondo. Tutto questo l’abbiamo già realizzato. Ora comincia la parte davvero ambiziosa del piano.”, racconta Francesco Frapporti, CEO di Fornace, che aggiunge: “Entro 12 mesi quello che avremo sarà un prodotto world-class”.

L’agenzia considera l’esperienza della prima versione di Fool’s Tools un grande successo. Lo strumento è già oggi innovativo e il supporto appassionato della community ne dimostra il potenziale.

Il progetto per la versione completa, che ha una roadmap di 12 mesi, include un completo redesign con un processo che coinvolge la community, la possibilità di acquistare direttamente con carta di credito, strumenti di automazione per l’acquisto e la vendita tra cui la possibilità di seguire gli investimenti di altri wallet, l’integrazione con app native iOS e Android, l’indipendenza dai wallet di terze parti (Metamask, TrustWallet) per chi la desidera, la possibilità di spostare con agilità i propri asset tra le diverse blockchain, e molto altro.

L’insieme delle feature proposte da Fool’s Tools rende accessibile e comprensibile a tutti un mondo così in rapida evoluzione come quello della DeFi, la finanza decentralizzata, anche perché integra una sorta di “termometro social” dei token più chiacchierati, mettendo al riparo i meno esperti da molti dei rischi che si corrono nell’investire senza aver fatto un’adeguata ricerca. Permettendo di votare e commentare i token, è facile capire su cosa si stia orientando il mercato e da quali investimenti stare alla larga. Il passaparola della community aiuta i piccoli investitori a non farsi persuadere da proposte di investimento che, per la stessa natura della DeFi, non sono normate né controllate da alcuna autorità garante.

L’obiettivo dell’agenzia, che da tempo sviluppa prodotti tecnologici nel mondo della blockchain e delle criptovalute, è quello di espandere la propria offerta attualmente incentrata su sviluppo e digital marketing con uno spin-off dedicato proprio al mondo della finanza decentralizzata, in cui Fool’s Tools è una vetrina iniziale e un mezzo per costruire una community fidelizzata.

Crediamo di aver intercettato un’esigenza a cui il mercato DeFi non aveva ancora dato risposta: uno strumento che accompagna l’investitore inesperto ma che offre funzionalità evolute anche a chi investe regolarmente. Per questo il progetto Fool’s Tools è destinato a crescere: siamo in contatto con alcuni potenziali partner finanziari di cui stiamo valutando le proposte, e nel frattempo continuiamo con una campagna di visibilità tutta made in Fornace di cui siamo particolarmente orgogliosi.”, conclude Luca Cisorio, Managing Partner di Fornace.

L’idea di Fool’s Tools è nata dopo che, nell’ambito di un progetto di ricerca sugli smart contract, l’agenzia ha rilasciato in sordina una propria criptovaluta chiamata TEST, attorno alla quale si è sviluppata spontaneamente una community di investitori che ha deciso di comprarla e contribuire al progetto, nonostante il team di Fornace si sforzasse ironicamente di convincere tutti a non farlo. Questo meccanismo di psicologia inversa ha conquistato migliaia di persone. Il valore di TEST è schizzato da un investimento iniziale di 300$ fino a un ATH (all-time high) di 16 milioni di $ di market cap in circa tre settimane, per poi riassestarsi nel periodo di bear delle crypto ad un valore di circa 1 milione di euro, che l’agenzia considera comunque straordinario dal momento che quanto fatto finora non è che una prova tecnica del progetto finale.

Una prima beta di Fool’s Tools è stata offerta quindi alla community dei possessori di TEST token, parallelamente all’inizio di una campagna promozionale basata su una webseries su Youtube, prodotta interamente dal team Production di Fornace, che racconta l’evoluzione del progetto coinvolgendo i membri dell’agenzia in un format ironico e surreale. I video, rilasciati settimanalmente, hanno già raggiunto un totale di oltre 55.000 visualizzazioni.