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Come la blockchain sta cambiando il mondo delle assicurazioni

Come può un blocco di codice togliere dal fuoco le castagne delle compagnie assicurative e dare una spinta innovativa alla produzione del settore?

Ostacoli e prospettive attuali

La gestione dei processi assicurativi è complessa e dispendiosa, in termini di risorse economiche ed umane. Questa caratteristica del servizio tende negli anni ad erodere la redditività delle compagnie e a frenare l’innovazione produttiva del settore. 

L’analisi attuariale è uno dei pilastri su cui si fonda questo business: si tratta del processo per valutare la probabilità del rischio di un investimento e i modi per ridurre l’impatto finanziario di tale rischio, e comporta l’elaborazione di una grande mole di dati, spesso frammentati su diverse piattaforme e di difficile riconciliazione. Un altro fondamento del settore è l’accertamento dei sinistri e la relativa liquidazione, che avvengono attraverso processi in gran parte manuali e spesso senza standard condivisi. Infine, le procedure e i contratti delle polizze risultano spesso poco trasparenti per i clienti, favorendo l’aumento delle contestazioni

Il settore assicurativo vorrebbe spingere sulle micro polizze, ovvero quei prodotti assicurativi con premi di basso importo e durate limitate, ma si vede rallentato da queste complessità, che secondo l’Università di Cambridge potrebbe essere in gran parte risolta appoggiandosi alla blockchain

L’autorevole ricerca evidenzia che la tecnologia blockchain presenta delle caratteristiche essenziali: 

Trasparenza: la catena di dati è consultabile per intero dalle parti. 

Sicurezza: i dati sono crittografati e resi immutabili. 

Decentralizzazione: i dati sono condivisi e così anche la manutenzione e la verifica della rete, che non dipende da un’autorità centrale. 

L’automatizzazione dei contratti e casi reali

Gli smart contract non hanno valore legale, ma possono essere utilizzati per eseguire automaticamente contratti e accordi ufficiali. 

I dati “off-chain” vengono integrati da fonti esterne, chiamate “oracoli”, che possono essere concordate tra le parti: si può trattare ad esempio di una piattaforma meteorologica affidabile, in una polizza che stabilisce che se il firmatario durante la sua vacanza trascorre tre giorni sotto la pioggia, riceverà automaticamente il premio. 

Un altro caso sempre relativo alle assicurazioni di viaggio può essere quello in cui l’oracolo è la piattaforma di una compagnia aerea, che al verificarsi di un ritardo comunica allo smart contract di eseguire il rimborso; spostandoci dal turismo e passando alla finanza possiamo trovare come oracolo il portale online della Borsa, che registra variazioni finanziarie collegate a una polizza e il meccanismo va ad elargire il premio. 

Rischi e sfide

È probabile che i rischi maggiori per una compagnia che si approccia alla blockchain siano più legati al proprio modello di business che alla tecnologia stessa. Si tratta tuttavia di investimenti che potrebbero premiare sul lungo periodo. È utile ricordare che la blockchain esiste da tanti anni, e la sua “rinascita” si può interpretare attraverso la chiave di lettura della “Legge di Amira”, che stabilisce che “all’introduzione di nuove tecnologie si tende simultaneamente a sovrastimarne l’impatto a breve termine e a sottostimarne l’impatto a lungo termine”.

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Il secondo decollo del Web3 in Italia

Investimenti statali e iniziative private per restare al passo con l’innovazione

Nel 2021 a livello mondiale le iniziative sulla blockchain sono aumentate del 39% rispetto al 2020, mentre in Italia gli investimenti nel settore restano costanti: complessivamente hanno avuto un giro di affari di 28 milioni di euro, a fronte dei 23 milioni del 2020 e dei 30 milioni del 2019. 

Per dare una spinta ora il Ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti ha firmato a inizio dicembre il decreto attuativo del Fondo per lo sviluppo delle tecnologie e delle applicazioni di intelligenza artificiale, blockchain e internet of things, istituito presso il Mise con una dotazione iniziale di 45 milioni di euro.

La capacità d’innovazione è la premessa per rafforzare e far diventare competitivo il sistema produttivo del nostro Paese di fronte alle sfide della transizione digitale. Il Mise sostiene la nascita e la crescita di imprese innovative favorendo lo sviluppo e il trasferimento tecnologico dal mondo della ricerca alle imprese, anche attraverso la sperimentazione, l’utilizzo e la diffusione di soluzione innovative come l’intelligenza artificiale e la blockchain” ha dichiarato Giorgetti. 

I 45 milioni di euro del Fondo, messi a disposizione dal Mise per sostenere con finanziamenti agevolati la realizzazione dei progetti innovativi, potranno essere ulteriormente incrementati attraverso contributi volontari di enti, associazioni, imprese e singoli cittadini. Inoltre potranno essere combinati con fondi e risorse nazionali o comunitarie in modo da favorire l’integrazione con i finanziamenti di ricerca europei e nazionali.

In particolare, è previsto che una quota di finanziamenti sia riservata alle attività situate in Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Calabria, Puglia, Sicilia e Sardegna, ma se entro sei mesi dall’apertura dei termini per la presentazione delle domande i progetti legati a queste regioni non saranno stati avviati anche queste risorse potranno essere utilizzate per le richieste arrivate da tutto il territorio nazionale.


Si attende quindi il successivo provvedimento ministeriale che renderà note le modalità e i termini di presentazione delle domande per richiedere i finanziamenti agevolati, che potranno essere presentate da soggetti pubblici o privati, anche in forma congiunta tra loro.

La blockchain ha la capacità di creare l’infrastruttura che abilita nuove soluzioni di business indipendenti, e se “a livello internazionale i progetti sviluppati in questo ambito sono ancora pochi (solo 71, il 10% del totale), la crescita del 382% in un anno lascia intuire grandi prospettive”, come scrive l’Osservatorio Blockchain e Distributed Ledger della School of Management del Politecnico di Milano.

La versatilità che la costituisce permette ormai da diversi anni alla tecnologia blockchain di essere uno strumento a supporto delle aziende di una vastissima gamma di settori, dal noleggio delle automobili al settore immobiliare.

La trasparenza degli smart contract e della decentralizzazione si presta particolarmente per i protocolli di crowdfunding di Kickstarter, che ha deciso di affidarsi a Celo, una piattaforma open-source e carbon-negative. Secondo Kickstarter, la tecnologia blockchain “è un mezzo potente per creare e allineare reti decentralizzate di persone su una scala immaginabile solo per i governi e le mega-corporazioni. Questo è possibile perché è facile premiare la partecipazione, è componibile, è questo permette di sbloccare nuove idee e strumenti, e garantisce una partecipazione efficiente nella governance”. 

L’ultimo gigante ad affacciarsi è Google Cloud, che sta reclutando legioni di esperti di blockchain per espandere la propria offerta. Siamo agli inizi del Web 3, incentrato (pun intended) sulla decentralizzazione. E nessuno vuole buttare via l’occasione di essere pioniere di nuove terre fertili, come quel James Howells, che buttò un hard disk con la chiave di accesso al suo wallet, contenente l’equivalente in bitcoin di 350 milioni di dollari