C’è una data cerchiata in rosso nei calendari delle aziende italiane: il 28 giugno 2025. Quel giorno entra in vigore una normativa che cambierà l’esperienza digitale di milioni di persone. Eppure, ancora in pochi ne parlano.
Si tratta della piena applicazione della Direttiva europea 2019/882, nota come European Accessibility Act (EAA). In parole semplici: moltissimi prodotti, siti e app destinati ai consumatori dovranno essere accessibili anche alle persone con disabilità. Non è più una raccomandazione etica: è legge. E le conseguenze sono concrete.
“È il passaggio da un web pensato per molti a un web pensato per tutti. Il problema è che questo, a livello tecnico, non succede da un giorno all’altro”, spiega Ilaria Campagna, avvocata e consulente legale di Fornace, che ha supportato l’azienda nello sviluppo di un breve questionario per aiutare le aziende a capire se e come devono adeguarsi.
Una norma dalla portata sempre più ampia
L’obbligo di accessibilità digitale in Italia è nato nel 2004 e riguardava sostanzialmente solo le Pubbliche Amministrazioni. Nel 2020, è stato esteso alle grandi aziende con oltre 500 milioni di euro di fatturato.
Il vero salto è arrivato nel 2022, quando il Decreto Legislativo 82 ha recepito la Direttiva europea, coinvolgendo (quasi) tutte le imprese. Restano escluse solo le microimprese, cioè quelle con meno di 10 dipendenti e meno di 2 milioni di euro di fatturato.
“Molti pensano che riguardi solo le grandi aziende, ma in realtà basta superare anche solo uno dei due parametri per rientrare tra i soggetti obbligati”, chiarisce l’avv. Campagna.
Non tutti i siti, ma quelli che contano
La normativa non si applica a ogni tipo di sito web. Si rivolge a chi offre alcune tipologie di servizi digitali, come ad esempio:
- e-commerce B2C
- siti che offrono servizi relativi al trasporto passeggeri
- servizi di media audiovisivi
- servizi bancari per i consumatori
- libri elettronici e software dedicati.
L’obbligo riguarda i siti e le app pubblicati o aggiornati dopo il 28 giugno 2025, ma l’avv. Campagna ci mette in guardia:
“Attenzione: anche un semplice aggiornamento tecnico potrebbe far scattare l’obbligo di adeguamento. Quindi, anche se il tuo sito è stato pubblicato prima del 28 giugno 2025, qualsiasi aggiornamento o nuova pagina interna lo rende soggetto alla normativa”.
E la dichiarazione? Un’ombra nella norma
Ad oggi, il D. Lgs. 82/2022 non prevede esplicitamente l’obbligo di pubblicazione della dichiarazione di accessibilità da parte delle aziende. L’AgID – l’Agenzia per l’Italia Digitale – sembra confermare questa impostazione, con le linee guida recentemente emanate; tuttavia, queste ultime risultano ancora in consultazione, alla data di pubblicazione di questo articolo.
“Le imprese oggi si trovano in un limbo interpretativo,” spiega l’avv. Campagna. “È importante tenere costantemente monitorata la situazione, anche con il supporto dei propri consulenti di fiducia.”
I plugin non bastano. E poi ci sono le sanzioni. Le sanzioni previste non sono simboliche. In caso di inadempienza, le imprese possono ricevere multe da 5.000 a 40.000 euro. E l’ignoranza, come sempre accade in ambito normativo, non è una scusa.
Molte aziende si affidano a strumenti automatici che promettono un’accessibilità “chiavi in mano”. Secondo Piermaria Leso, developer di Fornace, la questione è più complessa:
“L’accessibilità è un lavoro sartoriale. Ogni sito ha il suo codice, la sua architettura. Un plugin può aiutare, ma non garantisce né la conformità, né una buona esperienza utente.”
Oltre la normativa: una scelta di visione
“La compliance è solo il punto di partenza. Seguire le indicazioni di legge è una scelta di responsabilità, ma soprattutto un modo migliore di fare internet”, sottolineano Luca Cisorio e Francesco Frapporti, amministratori e fondatori di Fornace.
Oltre a evitare sanzioni, un sito accessibile raggiunge più persone, migliora l’usabilità generale e rafforza la reputazione del brand.
Inizia oggi: essere accessibili è un vantaggio competitivo
La scadenza del 28 giugno 2025 si avvicina, ma con gli strumenti giusti puoi partire subito, in autonomia o con il supporto di specialisti:
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