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Criptovalute: nuovo bene rifugio

A differenza di oro e banconote, le criptovalute non hanno bisogno di essere nascoste e trasportate. Sono il nuovo bene rifugio? Sono anche il nuovo mezzo di scambio per i Paesi sanzionati dall’Occidente?

In queste ore l’Unione Europea sta prendendo decisioni senza precedenti: finanziare per la prima volta l’acquisto e la consegna di armi per un paese sotto attacco e bandire in tutto il proprio territorio i siti web Sputnik e Russia Today, controllate dal governo russo

I provvedimenti che più stanno facendo discutere in questo momento sono tuttavia quelli relativi alle transazioni finanziare: l’interdizione per banche russe dell’accesso sistema di pagamento internazionale SWIFT e il congelamento degli attivi della Banca Centrale Russa. 

L’annuncio ha subito scatenato una corsa al contante; la Banca di Russia ha cercato di arginarla alzando i tassi di interesse del 10% e portando il tasso di cambio del dollaro a poco meno di 100 rubli, ma non si è rivelato sufficiente. 

Dollaro e contanti, tuttavia, non sono stati il solo bene rifugio: secondo Chainalisys gli scambi tra rublo e Bitcoin sono saliti di 8,6 volte dal primo giorno di attacco. Da qui la domanda: “e se la Russia utilizzasse le criptovalute per aggirare le sanzioni?” 

In effetti il Paese, dopo un primo scontro tra Banca Centrale e il Ministero delle Finanze, ha approvato un disegno di legge che mira alla regolamentazione degli asset digitali. Sembrerebbe che Putin stia valutando l’opportunità di utilizzare il rublo digitale annunciato tempo fa per commerciare con una nutrita lista di partner in tutto il mondo; primi della lista gli altri paesi vittime delle sanzioni statunitensi, come l’Iran.   

Non si può tuttavia trascurare l’importanza delle valute digitali per i civili, che si trovano a subire le decisioni imposte dall’alto: anche se lo scopo delle sanzioni è punire e ostacolare i movimenti di denaro di Putin e degli altri oligarchi, queste ricadono inevitabilmente sull’intera popolazione russa, di cui il 13%, nel 2021, viveva sotto la soglia di povertà. 

Anche la popolazione ucraina sta ricorrendo alla DeFi: dall’inizio del conflitto gli scambi tra grivnia e BTC sono aumentati di 8,6 volte.  In queste tragiche circostanze, le crypto stanno mostrando anche agli scettici la loro utilità come asset rifugio, poiché a differenza di oro e banconote non hanno bisogno di essere nascoste e trasportate

Proprio la minaccia della guerra potrebbe aver dato una grossa spinta alla legalizzazione del Bitcoin in Ucraina, avvenuta il 17 febbraio, ma va detto che il Paese già da tempo era tra i più attivi per l’utilizzo di moneta virtuale. Questo ha agevolato anche la raccolta di fondi a sostegno dell’esercito e della popolazione civile, avvenuta attraverso diversi canali tra cui addirittura il profilo Twitter del governo, che ha pubblicato l’indirizzo di un wallet a cui inviare le donazioni.

Come donare? 

Di seguito i link ad alcune associazioni che stanno aiutando la popolazione Ucraina:  

Come Back Alive

Croce Rossa Ucraina 

Voices of children 

Soleterre